Dito a scatto

La tenosinovite stenosante dei flessori delle dita, patologia infiammatoria nota come "dito a scatto", si manifesta durante la chiusura della mano con il conseguente blocco del dito colpito (il dito rimane quindi piegato) e con difficoltà nel riportare lo stesso nella posizione estesa nella quale avviene lo scatto.

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Sintomi

  • Dolore
  • Gonfiore
  • Difficoltà di movimento
  • Indolenzimento alla base del dito
  • Movimento a scatto nel riportare il dito esteso

casi clinici

Giulia dopo il suo intervento di Dito a scatto

Giulia, donna di 55 anni, si reca presso il nostro centro dopo aver subito un intervento di dito a scatto precisamente al 3° dito della mano destra, circa 2 mesi prima. Il chirurgo l’aveva indirizzata presso un’altra struttura non specialistica. Era stata trattata con metodiche troppo invasive e aveva manifestato una condizione di infiammazione e dolore urente specialmente sulla zona della cicatrice e su tutto il palmo.

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Soluzioni

  • Tutore notturno e diurno
  • Terapia fisica (Ultrasuoni, laser etc…)

Nei casi più gravi si consigliano:

  • Infiltrazioni di corticosteroidi
  • Intervento chirurgico

Cos’è il dito a scatto?

La diagnosi del dito a scatto è clinica e si presume che il dito scatti dolorosamente e si blocchi durante il movimento di estensione; inoltre, si potrà percepire un nodulo alla base del dito colpito, segno dell’infiammazione.

L’esame ecografico è quello più indicato e ci permette di identificare un eventuale ispessimento della puleggia, infiammazione e irregolarità del tendine flessore sottostante.

I tendini flessori delle dita a livello del palmo passano attraverso dei canali chiamati guaine sinoviali; grazie a questi canali fibrosi i tendini flessori possono scorrere determinando la chiusura e l’apertura delle dita. Quando le guaine sinoviali si infiammano, la membrana che li riveste si inspessisce riducendo il calibro del canale; per questo motivo il tendine avrà difficoltà nello scorrere agevolmente al suo interno.

Quando avviene lo scatto?

  • La mattina, se non viene indossato un tutore, può rappresentare uno dei momenti più critici della giornata; poiché durante la notte siamo liberi di chiudere le dita facendo un pugno, il paziente si troverà spesso con il dito flesso al suo risveglio.
  • Durante o subito dopo attività ripetute che richiedono l’utilizzo delle dita, questo avviene perché l’attivazione continua dei muscoli determina uno scorrimento ripetuto dei tendini, i quali scorrendo in maniera errata andranno ad aumentare l’infiammazione, peggiorandone la sintomatologia.

Il dito a scatto ha un’incidenza bimodale, con un primo picco prima degli otto anni di età e il secondo picco nei pazienti tra i 40 e i 50 anni. Nel complesso, il dito a scatto è più comune negli adulti. Nei bambini il dito a scatto colpisce allo stesso modo ragazzi e ragazze ed è più comune nel pollice. Negli adulti, le donne hanno molte più probabilità di essere colpite dal dito a scatto e, in genere, dalla mano dominante.

Quanto tempo posso aspettare?

Alla comparsa dei primi sintomi come un leggero crepitio durante il movimento e una tumefazione alla base del dito, sarà fondamentale non aspettare troppo tempo; iniziare un trattamento conservativo entro i 30 giorni dalla comparsa dei primi sintomi eviterà di far peggiorare l’infiammazione garantendo una maggior percentuale di successo del trattamento stesso.

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